sabato 17 aprile 2010

Abderrahim



Sansepolcro-Centro culturale El Amal, 10 aprile 2010

Seduto sui tappeti del centro culturale dove la comunità musulmana di Sansepolcro si ritrova a pregare, parlare e prendere il the, Abderrahim ci racconta la sua vita.
Lasciare la sua terra, il Marocco, ha significato un profondo sradicamento: "quando l'aereo ha iniziato a decollare mi sono sentito come un albero che viene strappato dalla terra".
In Italia, dopo un anno solitario e difficile, trova un lavoro stabile, incontra quella che diventerà sua moglie, ha due figli ai quali trasmette le tradizioni e la cultura del suo popolo. E' impegnato nella comunità, attivo e partecipe.
Approfitta della telecamera per prendere posizione riguardo a un fatto accaduto a Pieve Santo Stefano dove un ragazzo marocchino ha creato disordini interrompendo la processione del venerdì santo. Ci tiene a sottolineare la sua disapprovazione e a spiegarci che quello non è l'insegnamento del Corano. Ci parla del rispetto delle religioni, delle cose che accomunano gli esseri umani e delle differenze che, se rispettate, non costituiscono una minaccia.
Il suo sogno è tornare in Marocco "ma è dura dover ricominciare tutto da capo".
Chissà.



foto di Luigi Burroni

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